Il mondo dei Pallocchi

Tutto è iniziato per gioco, durante una pausa al lavoro: un volto ironico, grandi occhi espressivi e un soprannome affettuoso. Così, quasi per scherzo, è nato il primo Pallocchio.

Da allora i Pallocchi sono cresciuti con me.

Sono piccole creature dagli occhi grandi e profondi, senza bocca né naso, perché tutto passa dallo sguardo. Buffi, malinconici, sognanti: raccontano emozioni, silenzi, pensieri non detti.

I miei Pallocchi sono realizzati con tecnica mista, a matita e acquerello. Prendono vita come personaggi immaginari, ritratti su commissione, o reinterpretazioni ironiche e poetiche di icone della storia dell’arte e della cultura pop.

Come ha scritto la storica dell’arte Elisabetta La Rosa, “Francesca Storai dà vita a una poetica in cui oltre alla stilizzazione della figura emerge lo studio delle emozioni che trapelano dagli occhi. Il lettore è privato di altri tratti somatici per ritrovare frammenti emozionali nei moti dell’anima che prendono vita dallo sguardo.”

L’arte è tornata nella mia vita nel 2020, durante il lockdown, in un momento difficile e solitario. Il disegno è diventato rifugio, cura, linguaggio.

Condividendo i miei lavori sui social, è nato un mondo fatto di colori, gentilezza e stupore. E oggi i Pallocchi abitano quaderni, tazze, tele, stoffe e cuori.

Come ha scritto anche Report Pistoia,

Un linguaggio originale per disegni espressivi e colorati.